Agricoltura
I due grandi temi con cui dovrà confrontarsi l'agricoltura nell'immediato futuro.
1. La produttività
Quale aiuto può dare la chimica ad un pianeta sempre più popolato?

2.La tutela dell'ambiente
Che cosa può fare la chimica per mettere a coltura nuove terre e salvaguardare le risorse esistenti?
La filiera produttiva
Dov'è la chimica
Inizia il tuo viaggio
per scoprire che cosa c'è di chimico
nella filiera agroalimentare
Semi
Il seme è il punto di partenza della filiera agroalimentare. La ricerca è riuscita a creare semi che danno origine a piante più produttive, con caratteristiche nutrizionali migliori.
Il lungo viaggio dei semi
Irrigazione
La terra viene irrigata con acqua che scorre attraverso tubi di plastica. Per proteggerla dalle intemperie viene anche coperta con teloni di plastica.
Nuove tecniche in agricoltura
Fertilizzanti
I fertilizzanti rivestono un'importanza strategica: forniscono i nutrienti necessari per il mantenimento della fertilità del suolo e permettono di ottenere colture più abbondanti.
Dai diamanti non nasce niente...
Tutto sotto controllo
Le piante crescono e se si ammalano vengono curate con gli agrofarmaci.
Agrofarmaci
I prodotti fitosanitari (agrofarmaci o fitofarmaci) sono tutti quei prodotti, di sintesi o naturali, che vengono utilizzati per combattere le principali avversità delle piante come malattie infettive, parassiti, piante infestanti.
Come si diventa un agrofarmaco?
Tradizionale o biologico?
Packaging
Gli imballaggi di plastica conservano gli alimenti deperibili più a lungo e proteggono cibi e medicinali dalla contaminazione di germi e batteri.

L'attività produttiva agricola
in Italia

Grazie a ricerca e innovazione, anche organizzativa, tra il 2010 e il 2012 in Italia il settore agroalimentare ha accresciuto le esportazioni del 20% arrivando a 33,6 miliardi di Euro.

Che cosa è cambiato

  • 1900. Inizio del XX secolo in Italia: circa il 92% della superficie territoriale complessiva (poco meno di 26,4 milioni di ettari) è superficie agricola utilizzata (SAU) vale a dire 24,3 mil.ha
  • 2000. Tale superficie si è ridotta progressivamente negli anni fino ad arrivare a 14 milioni di ettari circa.
  • 2004-2010. La superficie agricola utilizzata è diminuita di 1,8 milioni di ettari -12,8%
  • 2014. Attualmente la SAU è poco meno di 13 milioni di ettari su 17,3 mil.ha di territorio agricolo

 

Il valore della produzione agricola

produzione agricola dell'unione europea

Nel 2013 il valore della produzione agricola dell’Unione Europea viene stimato in misura di 161 miliardi di 233 milioni di euro, con la Francia come paese leader con 28 miliardi e 4 milioni di euro, pari al 17,4% del totale comunitario. L’Italia si colloca al secondo posto, con 26 miliardi e 832 milioni, mentre la Spagna risulta terza con 23 miliardi e 312 milioni.

L’ottima posizione in cui si piazza il nostro Paese testimonia di una volontà di investimento e di una costante attenzione alle risorse del territorio, oggi sempre più preziose.

Aumentare la resa agricola:
il ruolo dell'industria
chimica

Legami strettissimi tra chimica, agricoltura, e alimentazione hanno contraddistinto la storia dell'umanità fin dai suoi albori.
Pensiamo agli enormi cambiamenti prodotti dalla rivoluzione industriale: l'industria chimica in quel frangente storico ha contribuito con molti suoi prodotti al miglioramento della qualità della vita.
È con la messa a punto dei fertilizzanti, tuttavia, che la chimica ha offerto un contributo fondamentale all'alimentazione, concorrendo a spezzare il vincolo allo sviluppo della resa agricola, determinato dalla limitatezza delle risorse naturali, con cui l'unanimità, fino ad allora, doveva fare i conti.

I fertilizzanti chimici

I fertilizzanti chimici, infatti, insieme al miglioramento genetico, allo sviluppo dei sistemi di irrigazione, degli agrofarmaci a difesa delle coltivazioni e delle biotecnologie, hanno dato il via a quello che nel secondo dopoguerra è stata la “rivoluzione verde”, cioè l’esplosione delle rese per ettaro in gran parte del mondo. Con una sostanziale costanza, quando non addirittura riduzione delle aree coltivate, grazie a rese per ettaro sempre più elevate, è stato possibile sfamare sempre meglio una popolazione mondiale letteralmente esplosa da 2,5 miliardi nel 1950 a più di 7 miliardi attuali.

Alimentazione sostenibile e risparmio energetico

Ancora oggi, con una popolazione mondiale che crescerà oltre i 9 miliardi nei prossimi 50 anni, la sfida principale è rappresentata dal miglioramento delle rese per ettaro. Avremo bisogno di produrre più cibo di quanto ne sia mai stato prodotto negli ultimi 10.000 anni e dovremo necessariamente farlo senza aumentare l’impatto sull’ambiente. Per raggiungere il risultato di una alimentazione sostenibile i fertilizzanti continuano a costituire una delle soluzioni più importanti. L’industria chimica offre il suo contributo anche per quanto riguarda la fondamentale questione del risparmio energetico. Sostituendo le fonti fossili con le biomasse e consentendo un equilibrio tra produzioni agricole a uso alimentare e quelle per scopi energetici o industriali le rese aumenteranno per ettaro senza aggravare l’impatto ambientale, grazie all’introduzione di materiali innovativi come le bioplastiche.

 

Non
oltrepassate
quella soglia

Anche se il controllo dei prodotti chimici ha assunto un ruolo centrale nella moderna agricoltura, il loro impiego continua a essere percepito da molti come rischio per la salute, così come eventuali possibilità di inquinamento ambientale continuano a costituire un motivo di preoccupazione.
Tutti questi aspetti sono oggetto di studi approfonditi e di scrupolose valutazioni di sicurezza da parte delle autorità di controllo.

La sicurezza prima di tutto

Le soglie di sicurezza stabilite dalle autorità per tutelare il consumatore determinano le quantità massime permesse di residui* di agrofarmaci che possono eventualmente essere presenti nei cibi. In Italia le produzioni agroalimentari sono estremamente controllate rigide verifiche, effettuate su migliaia di campioni, indicano come siamo sempre meno le tracce di residui presenti nella frutta e nella verdura analizzate.

 

L’Unione Europea stabilisce inoltre i livelli massimi di residui di agrofarmaci per diverse categorie di prodotti di origine vegetale, comprese la frutta e la verdura.

 

Queste normative sono molto rigide e regolano la quantità di residuo consentita, fissando valori massimi che sono estrapolati dagli studi tossicologici a breve e lungo termine. Si tratta di soglie estremamente basse ridotte precauzionalmente ben oltre il necessario, a garanzia della salute del consumatore.

 

NOEL (No observed adverse effect level)
Quantità di sostanza che non ha prodotto, in fase di sperimentazione, alcun effetto nocivo.

 

ADI (Acceptable daily intake)
Quantità di sostanza che un uomo potrebbe ingerire giornalmente, e per ogni giorno della sua vita, senza subire alcun danno.

 

In base a questi valori e ai risultati delle prove-residui viene stabilito il massimo dei residui legalmente ammesso o “MRL”: quantità di sostanza che può essere presente nei prodotti agroalimentari in qualunque stadio della produzione, dell’immagazzinamento, del trasporto e della distribuzione senza che rechi alcun danno alla salute del consumatore.

 

Negli ultimi 16 anni la quantità di sostanze utilizzate in agricoltura si è ridotta del 35% grazie a due fattori.

 

1. Gli agricoltori italiani sono sempre più preparati sul corretto impiego degli agrofarmaci e li utilizzano nella misura prescritta.

 

2. La ricerca ha messo a punto la produzione verso prodotti sempre più selettivi, efficaci e a basse dosi di impiego.

 

La vigilanza e il controllo sui residui in Italia sono condotti dal Ministero della Salute e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), sulla base di piani fissati dalla Comunità Europea.

 

*La quota infinitesimale di agrofarmaco che rimane nel prodotto alimentare trattato

 

 

Per saperne di più www.agrofarma.it 

 

10.000 anni... di biotecnologie

La biotecnologia comprende tutte le applicazioni tecnologiche della biologia.
Fin dall'antichità alcune forme di biotecnologia sono state impiegate per ottimizzare il ruolo dei microrganismi nella produzione di alimenti: già attorno al 1750 A.C., per esempio, i sumeri fermentano la birra e nel 500 A.C. circa i cinesi cominciano a usare la soia come antibiotico per trattare malattie della pelle. L'uso dei batteri lattici e dei lieviti per la lievitazione del pane, del caglio per il formaggio e i processi fermentativi di birra e vino fanno parte del rapporto millenario tra uomo e ambiente.

Timeline

2014 Un gruppo americano espande, in vitro, l’alfabeto genetico.

2013 Viene creato il primo occhio bionico negli Usa.

2012 Un team internazionale pubblica una bozza del genoma del grano.

2011 Vengono condotti esperimenti sull’uomo per sviluppare un vaccino contro la malaria con risultati positivi. Gli scienziati biotecnologici europei lanciano un test clinico di un farmaco biotech anti-hiv prodotto usando del tabacco geneticamente modificato.

2009 Un team canadese sviluppa un microchip con componenti nanometriche per individuare marcatori chimici per il cancro. Viene “coltivato” il vaccino contro il virus dell’influenza aviaria in piante di tabacco.

2007 Viene approvato il primo vaccino contro il Papillomavirus umano.

2003 Viene completato il progetto genoma umano; viene sequenziato il genoma del virus Sars.

1997 “Nasce” la pecora Dolly, il primo animale clonato. L’Unesco riconosce il genoma umano come Patrimonio dell’umanità che deve essere salvaguardato dalla manipolazione inappropriata.

1986 Per la prima volta negli Usa, le prime piante (di tabacco) geneticamente modificate vengono fatte crescere all’aperto nei campi.

1984 Viene scoperta l’impronta genetica.

1982 Viene sviluppato il primo vaccino da dna ricombinante per uso animale.

1977 Il batterio E. coli viene usato per produrre l’insulina umana.

1973 Viene sviluppata la tecnologia del dna ricombinante.

1971 Viene ottenuta la prima sintesi completa di un gene. Primo dna ottenuto da geni provenienti da diversi organismi.

1970 Normal Borlaug diventa il primo coltivatore di piante a vincere un premio Nobel. Inizia la produzione verde nel mondo dell’agricoltura.

1968 Viene decifrato il codice genetico dei 20 amminoacidi.

1962 Viene scoperta la struttura “a doppia elica” del dna.

1961 Viene scoperto il “filamento stampo” Rna messaggero

1958 Il dna viene prodotto in vitro per la prima volta.

1941 Viene coniato il termine “ingegneria genetica”: una tecnica che consiste nel trasferimento di una determinata porzione di materiale genetico da un organismo all’altro.

1928 Vengono scoperte le caratteristiche antibiotiche della pennicillina.

1922 Viene scoperta l’insulina come trattamento per il diabete.

1885 Viene scoperto da Pasteur il vaccino contro la rabbia.

1870 - 1910 Il padre del miglioramento genetico vegetale Luther Burbank sviluppa più di 800 nuovi ceppi di frutta, verdura e fiori.

1865 Gregor Mendel pubblica una descrizione delle regole che determinano come i tratti ereditari siano trasmessi alla progene: è la fondazione della genetica moderna.

1861 Il chimico francese Louis Pasteur sviluppa la pastorizzazione.

1859 Viene pubblicato “L’origine della specie”, pietra miliare di Charles Darwin.

1855 Viene scoperto il batterio di Escherichia coli.

1839 - 1855 Viene riconosciuto ufficialmente che tutti gli organismi sono costituiti da cellule.

1838 Il chimico svedese Jöns Jacob Berzelius scopre le proteine.

1833 Viene scoperto e isolato il primo enzima.

1796 Viene scoperto il primo vaccino contro il vaiolo.

1675 Antonij Van Leeuwenhoek scopre i batteri.

1663 Robert Hooke scopre l’esistenza delle cellule.

1590 Zacharias Janssen inventa il microscopio.

300 a.C. I greci sviluppano tecniche di innesto per la coltivazione selettiva delle piante.

500 a.C. In Cina, grumi ammuffiti di semi di soia rappresentano il primo antibiotico, usato per il trattamento di infezioni e malattie.

2000 a.C. Gli egiziani e i sumeri imparano a produrre birra e formaggi.

4000 a.C. Gli egiziani sono maestri nell’arte della produzione di vino.

8000 a.C. Prime forme di biotecnologia: l’uomo comincia a scegliere le colture e a incrociare il bestiame per addomesticarlo. La patate sono il primo alimento coltivato.

 

Oggi le tecniche più evolute consentono il trasferimento di geni all’interno della stessa specie (cisgeni) o fra specie diverse (transgeni). Gli organismi che ne derivano si chiamano organismi geneticamente modificati – Ogm. Si tratta di tecniche evolute perché non trasferiscono geni in modo “cieco” (come accade nelle tecniche di miglioramento genetico tradizionali basate su incrocio e successiva selezione) ma prevedono il trasferimento mirato e selettivo dei geni “utili”.


Il
dibattito sulle biotecnologie si inserisce nel più ampio dibattito sulle prospettive dell’umanità. Scrive a questo proposito Luca Masotto nel suo articolo “Quale bio per l’agricoltura di domani?”: “la ricerca in campo biotecnologico è importante per raggiungere incrementi di produttività soprattutto nelle aree dove gli eventi climatici avversi di verificano con l’intensità maggiore” (fonte: Biotecnologie per tutti, febbraio 2012). Le innovazioni introdotte potrebbero quindi avere un’influenza positiva soprattutto sulla vita di quelle persone che vivono in condizione di povertà e rischiano la sottonutrizione.

 

Biodiversità:
un tesoro
di germoplasma*

*Il corredo genetico di una specie

L’agricoltura coltiva in svariati modi le piante presenti nei diversi ecosistemi.

La biodiversità, cioè la diversità degli organismi viventi sui tre livelli (all’interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi), è alla base di qualsiasi attività agricola.

 

Agrotecniche

Secondo la FAO, circa 7.000 specie di piante sono state coltivate dagli essere umani che da nomadi si trasformarono in stanziali avviando una vera e propria attività agricola.

Tuttavia, oggi, solo 30 colture forniscono circa il 90% del fabbisogno energetico alimentare della popolazione mondiale; tra queste, il grano, il riso e il mais ne forniscono da soli circa la metà. Stiamo assistendo da alcuni decenni a un massiccio fenomeno di erosione genetica: le specie e le varietà tradizionali meno produttive con il loro patrimonio genetico vengono abbandonati.

A fronte del costante processo di verifica e revisione a cui sono sottoposti i mezzi chimici utilizzabili in agricoltura (e alla conseguente esclusione di molte molecole) e per soddisfare le esigenze alimentari di 9.5 miliardi di abitanti, sarà necessaria una nuova rivoluzione verde soprattutto nei settori della genetica e delle agrotecniche, che aumenti la produzione agricola, preservando contemporaneamente la biodiversità, difendendo i suoli dall’erosione e dalla perdita di fertilità, rendendo l’agricoltura meno esposta alla variabilità del clima. La conservazione della biodiversità passa inevitabilmente dalla salvaguardia delle risorse genetiche esistenti, ma è innovandole, anche attraverso lo sviluppo di biotecnologie alternative, che la ricerca e l’industria sementiera saranno in grado di far fronte alle sfide del futuro.

OGM

OGM

Gli OGM, che trovano moltissime applicazioni agroalimentari, possono dimostrarsi potenti alleati della biodiversità, rivitalizzando varietà vegetali duramente attaccate da virosi o insetti. Per espeio, esistono OGM resistenti agli insetti dannosi (ottenuti inserendo il gene che codifica la proteina naturale a effetto insetticida prodotta da un batterio); altri OGM consentono di utilizzare diserbanti a bassa tossicità e facilmente biodegradabili e permettono di applicare metodi di coltivazioni con ridotte lavorazioni, cioè con un minore impatto sull’ambiente e con una forte riduzione dei costi.

 

Per saperne di più www.assobiotec.it

Caricamento...